Abbiamo collaborato con
Più alta è l’efficienza, più basso è lo stress.
Oltreoceano, i talent scout delle squadre sportive più forti non cercano le stelle nel cielo ma nelle palestre delle università.
Telegrafici (quasi) per chi se l’è perso: è il laboratorio di co-creazione del consorzio ELIS in cui piccole e grandi realtà inclini all’innovazione collaborano nella ricerca di soluzioni nuove per la semplificazione di sistemi complessi.
Startup e università binomio vincente, la storia dell’impresa cosentina che ha fatto della formazione un “gioco”
Sono le parole di uno dei più brillanti dirigenti che la General Electric abbia mai avuto.
Lavori in un’impresa che insegue i migliori o in una cui i migliori sgomitano per un colloquio?
Quando Artémat era ancora un nome che sapeva d’inchiostro fresco nel registro delle imprese, abbiamo captato le difficoltà di chi lavora nelle Risorse Umane.
Per chi non ha ancora avuto l’occasione di provarlo, è un role-play individuale in cui il candidato impersona un manager in un contesto lavorativo simulato. Nell’arco di 30 minuti, deve organizzare il lavoro, leggere e scrivere e-mail, pianificare strategie, risolvere criticità… prendere decisioni.
Da alcuni anni, anche in ambito accademico è sempre più diffuso un approccio alla formazione che contempla l’utilizzo di strumenti di gamification. In questo video, l’ingegnere Gianpaolo Iazzolino, professore associato del dipartimento di Ingegneria Meccanica, Energetica e Gestionale dell’Università della Calabria, cofondatore di Artémat, illustra quali sono i principali benefici di questo metodo.
Spesso, quando si conclude un assessment svoltosi mediante uno dei nostri tool, chiediamo dei feedback ai candidati. Ci interessa la loro esperienza, perché è su queste percezioni (ma non solo) che miglioriamo l’experience dei nostri prodotti. Alcuni sono così timidi che non ne ricavi una parola nemmeno a cavargliela con le tenaglie. Ma poi gli dai la tua mail (sperando che alle volte, chissà…) e la sera stessa ti arriva un fiume di battute che manco nei flussi di coscienza di James Joyce. Sono i commenti più utili, per noi, perché offrono prospettive personali profonde. E tante volte sono così gratificanti che il giorno dopo, in ufficio, è tutto un pat-pat di pacche sulle spalle con sbrilluccichio di occhi umidi.