Un bel po’ di tempo fa, durante un panel sul recruiting, il relatore sul palco fece una domanda apparentemente semplice, quasi banale, a dirla tutta:
«Secondo voi, qual è il primo indizio che dice: “stiamo facendo employer branding nel modo giusto”?»
Con una reattività paragonabile a quella dei centometristi dopo lo sparo dello starter, i presenti in sala fecero partire una raffica di sentenze che, a prescindere dal livello di sicumera con cui rombavano da bocca a orecchio, suonavano tutte, senz’ombra di dubbio, appropriate. Noi eravamo seduti più o meno al centro della platea e avemmo l’impressione di trovarci in mezzo a un fuoco incrociato di:
«Quando pubblichi tante offerte di lavoro interessanti»
«Quando vai virale su LinkedIn»
«Quando ti invitano agli eventi più importanti»
«Quando ti ritrovi la scrivania sommersa di CV»
Poi una voce chiara e ferma tuonò dal fondo e tutti tacquero:
“Quando i candidati iniziano a parlarne ancora prima di fare un colloquio”.
La maggior parte di noi (quella senza problemi alla cervicale) aveva iniziato a strizzare il collo come fanno i gufi, cercando da una parte e da quella opposta della sala il padrone di quella voce. E incrociando confusamente gli sguardi, cogliemmo riflessa ognuno nel volto dell’altro l’attonimento di chi ha appena sentito qualcosa che suoni incredibilmente vero.
Cosa dicono di te quando ancora non ti conoscono?
Nella dimensione della talent acquisition crediamo nella stessa dottrina di quella del marketing: farsi notare non basta, bisogna farsi ricordare. Tra le due cose, ça va sans dire, devi riuscire a essere citato, raccontato, condiviso.
L’employer branding efficace non è il messaggio, è l’eco. Non si misura solo in “impression” sui social o in megabyte della posta in arrivo all’indirizzo job@latuazienda.com. Non è solo un fatto di quantità. Si pesa soprattutto in termini di percezione costruita nel tempo. È un fatto di qualità. Quanto è a fuoco l’immagine della tua azienda nella mente delle persone? Risplende dei suoi valori? E questi, risuonano nella voce dei candidati?
Qui entra in gioco University Talent Challenge
Il nostro è un format innovativo, anche se non è più una novità. Quella imminente è la terza edizione. Con nostro grande orgoglio, che lo abbiamo progettato e lo gestiamo direttamente, sta diventando uno standard di riferimento per chi vuole posizionarsi là dove il talento nasce, cresce e decide chi seguire.
University Talent Challenge non è un evento. È un’azione strategica. Quando l’abbiamo pensato, non volevamo che fosse un career day mascherato da competizione. Perciò abbiamo dato vita a un format digitale di employer branding, progettato per essere esperienziale, selettivo e memorabile.
Non si limita a invitare i talenti a “farsi avanti” ma invita anche le aziende a farsi trovare nel posto giusto, nel momento giusto, da chi ha tanto da offrire ma non ha ancora scelto a chi.
Ogni edizione è un’occasione per:
- Essere percepiti come brand di riferimento da studenti e neolaureati selezionati tra i migliori profili accademici negli ambiti di ingegneria, economia, finanza, statistica, informatica, fisica;
- Osservare in azione il talento, non su carta: attraverso business game, role playing, self pitch e simulazioni realistiche;
- Stringere relazioni autentiche, che vanno oltre il job post e il cv.
La nostra esperienza nel campo della gamification applicata al recruiting e alla formazione ha dimostrato che l’employer branding più potente si costruisce con le esperienze condivise.
Ecco dove essere scelti
Ogni azienda che partecipa alla University Talent Challenge entra in una narrazione diversa.
Non è un semplice “sponsor”. È mentore, osservatore, interlocutore diretto.
I candidati non leggono brochure: ascoltano, interagiscono, fanno domande. Partecipano e non dimenticano. Chi “gioca” poi condivide e racconta la propria esperienza sui propri canali. E quel racconto – fatto di aneddoti, intuizioni, momenti di confronto, emozioni – è il tuo employer branding che viaggia sulle parole degli altri.
La nostra Challenge è ancora giovane e magari non la conosci. Oppure può darsi che ne hai sentito parlare da qualche collega ma non sei riuscito a fartene un’idea precisa. Del resto, non è con le parole, le nostre o quelle di altri HR, che ci riuscirai. Solo partecipando comprenderai come University Talent Challenge sia un momento in cui l’azienda che cerca inizia a essere cercata. Un progetto in cui l’employer branding smette di essere pianificato e inizia a essere vissuto. Esattamente ciò che intendeva quella voce che si levò, chiara e ferma, al di sopra della platea, durante quel panel tenutosi ormai parecchio tempo fa, ma che non abbiamo mai dimenticato.
Scopri la terza edizione di University Talent Challenge.